mercoledì 27 gennaio 2016

Anniversari

Per una buffa coincidenza, il 26 e il 27 gennaio ricorrono due anniversari importanti per la vita di centinaia di migliaia di italiani.
Il primo ricorda il 26 gennaio del 1943, anniversario della battaglia di Nikolajewka, a ricordare la disastrosa campagna di Russia. Campagna dove un esercito italiano in larga parte impreparato (solo le truppe da montagna, gli Alpini, avevano un equipaggiamento appena sufficiente, gli altri erano totalmente allo sbaraglio) credeva di andare in camionetta fino a Mosca, con la strada spianata dall'esercito Tedesco. Ma i Russi e il Generale Inverno avevano altri programmi, e il risultato è stato una carneficina per l'esercito Tedesco e una catastrofe per il nostro, che, abbandonato dalla gerarchia Fascista (solo Angelo Manaresi tra i gerarchi fascisti allestì un treno di viveri e generi di prima necessità in soccorso dell'esercito Italiano, con un certo ritardo, a quasi due mesi dall'inizio della ritirata) ha dovuto cercarsi a fatica una strada verso casa.

Il secondo ricorda il 27 gennaio 1945, giorno in cui l'armata Rossa aprì i cancelli di Auschwitz, rivelando al mondo l'orrore dello sterminio degli Ebrei. Purtroppo molti altri drammi sono stati "oscurati" dall'enorme dramma degli Ebrei, ma non sono meno drammatici.
Il dramma di chi ha avuto una soluzione finale più definitiva degli Ebrei, perché in fondo stanno sulle palle a tutti e vivono di espedient (gli zingari) perché non erano un gruppo omogeneo (gli omosessuali) perché erano un peso sociale (disadattati, antisociali) perché insomma io non sono così, perché dovrei preoccuparmi? Queste persone non hanno avuto la forza numerica ed economica per urlare a tutti il loro dramma, non sono riusciti a gridare "hanno ucciso anche noi", e per questo sono quasi dimenticati.
Poi ci sono drammi ancora minori, ovvero persone per cui non era prevista l'uccisione, ma solo il "parcheggio" temporaneo e la "rieducazione", e il cui valore nel resistere¹ a questa rieducazione è stato riconosciuto solo nel 1997 (quando la maggior parte degli internati era morta). È il dramma che è raccontato nel diario del mio nonno che ho raccolto e pubblicato tra il 2012 e il 2015.
Dovrebbero leggerlo tutti², come testimonianza non filtrata di quello che è stato per i giovani di 20-25 anni vivere negli anni 40.




¹ e questo verbo non è scelto a caso. La Resistenza non è fatta solo dai partigiani sulle montagne, che per anni hanno dato dei codardi a questi soldati.

² per amor di precisione, io non ci guadagno nulla, dal fatto che la gente lo legga, a parte la soddisfazione di aver contribuito al ricordo del sacrificio di tante persone.

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