mercoledì 10 maggio 2006

Bufera sul mondo del calcio

Ho definitivamente perso la poesia del calcio.
Ok sono interista, figlio di quel magnifico scudetto del 1989. Ma è anche una enorme sfortuna perché da quella vittoria, praticamente agli interisti è sempre andata male.
Una recrudescenza del tifo sul finire degli anni 90 (l'arrivo di Ronaldo, lo scudetto mancato nel 97, la coppa uefa), ma poi la passione è andata scemando.
Ultimamente poi, le intecettazioni di Moggi hanno definitivamente peggiorato la situazione.
Le cause della mia defezione si possono trovare in alcuni aspetti del calcio che proprio non riesco a digerire. Da buon ingegnere ne faccio una analisi a punti:
- Il calcio è un gioco, (Federazione Italiana GIOCO Calcio), e tale deve essere. L'errore arbitrale ci può stare, ma quando un errore arbitrale "costa" a una società svariati milioni di euro (che è quanto ricava una squadra da una finale di Champion's League) questo assume una importanza enorme;
- Il calcio non è un modo per fare utili. Deve essere un modo per divertirsi e divertire, quindi non ha senso una società di calcio che venda azioni.
- Il calcio è uno sport, quindi deve essere trattato come gli altri sport: non ha senso una "Domenica sportiva" dove su tre ore di trasmissione ci sia un solo servizio di un paio di minuti, per altro a un'ora improba, su: campionato di pallacanestro, di pallavolo, la vittoria in coppa del mondo di Sci di fondo, due gare di sci alpino. Poi durante e dopo le olimpiadi tutti bravi a guardare il curling, il pattinaggio e il fondo. Qualcuno si ricorda i nomi dei pattinatori o dei fondisti che hanno vinto l'oro? Quindi c'è anche un problema di comunicazione e di parità con gli altri sport.
- Nel calcio siamo praticamente poco più che una nullità. Non vinciamo un mondiale dal 1982, e se andiamo a quello precedente si torna al fascismo (1938). Ci sono sport, ad esempio la scherma, nei quali il resto del mondo gioca sempre per il secondo, quando non per il terzo posto.
- Gli stipendi dei calciatori sono sproporzionati rispetto a quelli degli altri sport e di tutti gli altri lavori. Poi si lamentano quando giocano 3 partite in 8 giorni, dimenticandosi che le finali scudetto del basket si giocano ogni due giorni. Nel fondo accade normalmente che ci siano due gare in giorni successivi, e nella discesa libera si prova la pista giovedì e venerdì e sabato c'è la gara, magari anche con lo slalom della combinata... Faccio notare che nessuno di questi atleti prende nella vita quanto un calciatore di punta in una stagione. Propongo che una quota di questi stipendi passi dalle tasche dei calciatori a quelle degli atleti degli altri sport;
- L'organizzazione del calcio è intrinsecamente mafiosa verso alcuni club, nei quali ci sono sicuramente Milan e Juventus, e forse anche l'Inter. Tutti gli sportivi beccati per doping hanno giustamente preso due anni di squalifica. Quando il beccato è stato Davids (che giocava nella Juventus), la condanna è scesa a 4 mesi, ovviamente da fine maggio a ottobre. Da allora tutti beccano 4 mesi. Non penso sia né giusto né educativo;
- La violenza che c'è nel calcio italiano non c'è negli altri sport o negli altri stati. Da nessuna parte servono reti e fossati per separare campo di gioco e spettatori. Nelle gare di coppa del mondo la gente sta sulla pista e applaude e acclama tutti gli atleti. Non esiste il tifo contro. Magari tifo di più il mio beniamino o la mia squadra, ma il tifo contro non esiste;

Mi dispiace che il calcio abbia fatto questa fine. È uno sport bellissimo da vedere e da praticare, di una semplicità sconvolgente e giocabile con pochissimi mezzi.
Mi auguro che le televisioni si svuotino di calcio e si riempiano stadi, palazzetti e piste.
Inviterei tutti, se possibile ad andare a vedere una gara di Hokey, di basket o di pallavolo, a seguire (magari su eurosport o qualche televisione sfigata) il fondo e lo sci alpino, e di boicottare tutte le trasmissioni in cui si parla di aria fritta spacciandola per considerazioni sul calcio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io è da anni che ho iniziato a disprezzare il calcio, soprattutto quello italiano. Gente troppo "montata" nella testa. Sia i giocatori che i tifosi.
E' uno sport vergognoso al giorno d'oggi. Concordo in pieno con il tuo articolo