giovedì 14 luglio 2011

Parole al vento

oppure banalmente non ascoltate. Quando noi si diceva "Guardate che conoscere tutti le password di tutti è male" e frasi simili, ci si dava quasi dei matti. "Tanto cosa vuoi che succeda" si diceva...
E poi immancabilmente è successo, che qualcuno ha snasato sul pc di qualcun altro, trovando e leggendo quello che qualcun altro pensava e reputava privato.
E adesso tutti a cambiare password, a prendere istruzioni su come bloccare lo schermo e su come cancellare le cronologie varie.

E noi? Supporto, come sempre anche se con un aleggiante "e noi cosa avevamo detto????"

1 commento:

Andrea Gelmini ha detto...

Un manica di aquile... La regola numero uno è: se non vuoi che si sappia in giro, non dirlo neppure a te stesso, figurarsi scriverlo...

Scherzi a parte, mi parte che, oltre al problema che delinei, ce ne sia uno molto piu' grosso, ovvero la mancanza di consapevolezza di come il dato digitale sia facilmente duplicabile, delocalizzabile e, virtualmente, indistruttibile.

Questo per dire che anche mia madre, che proprio ingegnere non è, quando deve parlare male di mio al telefono con le amiche, dice: "Ma questo te lo racconto quando ci vediamo, che certi argomenti non si fanno al telefono..."

Ciao,
Gelma