lunedì 27 gennaio 2014

Giornata della memoria

Riprendo la riflessione condivisa qualche tempo fa, che ha ispirato anche www.diariodiguerra.it.
Come scrivevo ai tempi (pesando le parole con il bilancino, perché non è mia intenzione sminuire il dramma degli ebrei - e di tutti gli altri -  nei campi di concentramento) è giusto ricordare in una giornata così anche i drammi "minori". Perché qui non vale il detto ubi maior, minor cessat.
Il dramma degli altri internati per essere sterminati (rom, zingari, omosessuali, avversari politici) non può passare in secondo piano (in alcuni casi sono drammi superiori, perché ben pochi sono rimasti a raccontare e a tener viva la memoria), il dramma degli Internati Militari Italiani, a tutti gli effetti prigionieri di guerra, ma non per i tedeschi, che, coniato questo nome, li hanno sottratti alle garanzie (comunque scarse) della Convenzione di Ginevra, facendoli lavorare per la loro macchina bellica.

E visto che viene portato "Il diario di Anna Frank", o "Se questo è un uomo" di Primo Levi, a commento e completamento del dramma ebraico, io porto la testimonianza in diretta di mio nonno, che in quei campi di prigionia ci ha quasi lasciato le penne, di sicuro un po' di kg, e anche un bel po' di sofferenza.


il pane ammuffito viene divorato come si è diventati buoni di gusto.

Si scontano anche i nostri peccati. Certo non contavo d'averne tanti.

I tedeschi ci avvisano che siamo internati militari. Così ci trattano come vogliono loro e non possiamo dir nulla.

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