lunedì 29 ottobre 2012

Failure!

Ops.

Il referendum che avrebbe dovuto sancire l'unione dei comuni di Ponte di Legno e Temù è fallito.

O meglio ha vinto il no, solo a Temù, ma la regione ha promesso che rispetterà la decisione dei cittadini.

Nel senso, potrebbe anche sbattersene, visto che comunque sul globale ha vinto il sì, e che il referendum era solo consultivo, ma dubito che la regione abbia ora la forza di opporsi alla volontà popolare, anche perché l'affluenza alle urne è stata comunque abbondante, segno che la consultazione era sentita.

Alla fine sono contento. Perché una fusione così, fatta senza un progetto serio, ragionato, stilato da qualcuno competente, con troppe insinuazioni sugli scopi reali, non mi sembrava un buon modo di partire.

Questo no apre possibilità che secondo me vanno colte. La possibilità di un comune unico dell'alta valle, sul modello di Valfurva, studiato e ragionato a modo, spiegato come va spiegato alla popolazione, con qualche meccanismo di ripianamento del debito che non gravi su tutti, ma solo su chi il debito l'ha fatto, è una opportunità che non va sprecata.
Perché, prima o poi, piaccia o meno, sarà inserito l'obbligo di unione. E a quel punto non ci sarà nulla da fare, e la decisione sarà calata dall'alto senza possibilità né di trattare né di spiegare nulla a nessuno.

Quindi cogliamo questo no come opportunità per pensare a qualcosa di più grande dell'unione Ponte-Temù.

mercoledì 24 ottobre 2012

Android e "programmazione"

Ho preso (e sto scrivendo) il Samsung Note. Non sto a descrivere funzionalità e caratteristiche (si trovano miriadi di recensioni in rete), ma vorrei chiedere se esiste una cosa che mi semplificherebbe la vita non poco.

Quello di cui ho bisogno è una app che permetta di modificare lo stato del telefono (attivazione/disattivazione di bluetooth, wifi,suoneria, connessione 3g) a valle di un evento, dal semplice orario, al join di un dispositivo bluetooth o il collegamento a un wifi.

Questo mi permetterebbe per esempio, di disattivare il wifi in macchina, di spegnere la suoneria in ufficio,ma di averla alta in pausa (quando non sono legato al wifi dell'ufficio) oppure di non essere disturbato in caso si chiamata notturna se mi sono dimenticato di silenziare il telefono.

Mi sembra impossibile che questa cosa non sia stata ancora fatta, ho provato a chiedere a san Google ma non mi ha ancora risposto...

venerdì 5 ottobre 2012

Conto economico USA 2012

Per completare il giro degli interventi sulla preparazione (e la realizzazione) del viaggio negli Stati Uniti, manca la parte economica.

Ovvero, tutto sto giochino quanto è costato?

Abbiamo speso poco meno di 1800 euro a testa, più o meno così distinti:
- 660 euro di volo
- 450 euro di alberghi (meno la notte a Niagara, presa con i punti del Best Western)
- 70 euro di viaggi (in pullman)
- 620 euro di contanti e carta, che comprendono tutto il vitto, i trasporti pubblici, l'auto e la benza a Niagara Falls, ingressi vari, alcuni extra personali (pagati in contanti), alcuni regalini e minchiatine varie.

Diciamo che l'unica spesa effettivamente comprimibile era quella del volo. Per cause varie abbiamo prenotato con un po' di ritardo e si potevano limare circa 150-200 euro.
Si poteva forse comprimere anche la spesa degli alberghi, prenotando con un po' più di anticipo-studiando meglio i vari programmi fedeltà. Comunque per me non è negoziabile l'hotel almeno 3 stelle e assolutamente niente ostelli. Adattandosi un po' forse si riesce a pagare un po' meno.

Per il resto, sicuramente si risparmia vivendo di Mac Donald's - Sbarro - Burger king. Ma ci si perde molto, evitando i vari Chilli's, Outback, e Bubba Gump Shrimp & co. Vale proprio la pena.

Comunque sono contento di avere visitato questi posti, di avere visto lo Shuttle, il modulo lunare, il 9/11 memorial, la sala dove è stata firmata la Costituzione e la dichiarazione d'indipendenza, la reflecting pool, e tutte le altre robe che abbiamo visto.
E anche viaggiare tante ore sui pullman da l'opportunità di vivere e di vedere una america diversa dal casino di New York.



Il giappone come non lo avete mai sentito raccontare

da uno che in Giappone ci ha vissuto.
E da uno che all'estero ci ha già vissuto e lavorato, quindi ha l'occhio critico di chi ha già vissuto il percorso dell'integrazione, dello studio di lingue e usi diversi dai propri.

Mattia Butta, coetaneo, ricercatore, ha vissuto per due anni in Giappone facendo il ricercatore all'università di Fukuoka.

Dopo aver raccontato perché " i cechi non osano sedersi sui tram", ora ha trovato "101 motivi per non vivere in Giappone".

Il primo (come la prima dose dello spacciatore) è gratis, il secondo quasi. Ma vale più dei soldi che costa.
Leggetelo, vi aprirà una prospettiva nuova su un paese che è molto, ma molto, ma molto idealizzato. Dopo aver letto il libro di Mattia, guarderete i manga in maniera diversa.