Ritorno al lavoro devastante dopo la tre giorni elettorale.
Facile fare un bilancio, ampiamente negativo.
Ma, con l'ottimismo che mi ha sempre caratterizzato (ma che negli ultimi tempi si è un po' nascosto), voglio raccontare prima le cose positive.
La prima è comunque una esperienza umana formante, il confronto anche con quella "politica" che sembra così distante dai cittadini, e che invece nei seggi (nella forma e nelle persone dei rappresentanti di lista) si avvicina ai cittadini, e che fondamentalmente rende uguali tutti i posti, mare o montagna, città o piccoli paesi, i seggi sono tutti grandi uguali e hanno tutti la stessa importanza.
Gli scrutatori erano gente conosciuta, con cui è stato piacevole chiaccherare e anche i piccoli incidenti di seggio (il tizio che non trovava una scheda che aveva in mano, l'elettore che voleva inserire la matita nell'urna, pensando peraltro di fare una battuta carina, i conteggi comunque complicati, con almeno 42 casi diversi) e l'inesperienza (obbligata, visto che era la prima volta) sono state accolte comunque con comprensione.
Però, c'è sempre un però, e in questo caso è enorme.
Tanta tensione. I conti che non tornano. Il terrore di non aver conteggiato correttamente i casi speciali. Comunque la prospettiva (ricordata praticamente ad ogni pagina delle istruzioni) di strascichi penali. Le ore ed ore passate a scrivere cose in duplice, triplice, quadruplice copia, che comunque mai nessuno leggerà.
Il tutto per 170 miseri euro, fortunatamente esentasse.
Insomma, non ne vale la pena.
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