giovedì 27 gennaio 2011

Giornata della memoria

Riprendo una mia lettera a Beppe Severgnini, in occasione della giornata della memoria.
Ricordo che mi costò molta fatica, per non risultare inutilmente antisemita, e ricordo anche molte lettere ricevute poi in merito.
Solo perché reputo che la cosa abbia una importanza fondamentale, perché, se il genocidio degli Ebrei lo ricordiamo tutti, e non ricapiterà mai più, il genocidio di altre popolazioni tendiamo a dimenticarlo, e il rischio che capiti ancora diventa più reale tanto più che noi lo dimentichiamo.

Caro BSev, ora che la Giornata della Memoria è passata, vorrei ricordare a tutti che il dramma degli Ebrei, numericamente impressionante, è solo uno dei drammi causati dal regime nazista. Sono stati internati zingari e altri popoli slavi, omosessuali, oppositori politici, malati di mente. Sono stati internati anche oltre 630.000 militari italiani, ritenuti dal regime nazista nemici dopo l'armistizio dell'8 settembre. Capisco che entità numerica e finalità della prigionia marchino delle differenze notevoli, ma non giustificano la sovraesposizione mediatica dello sterminio degli ebrei e l'assoluto silenzio che circonda l'internamento dei militari italiani. Dai diari di mio nonno, ufficiale degli alpini nella campagna di Russia e internato militare, ho scoperto che il regime nazifascista cercò reclute per continuare la guerra tra i militari internati, ma una minima percentuale rispose all'appello. Mi chiedo: come mai è praticamente sconosciuta questa forma di resistenza passiva? Come mai nella Giornata della Memoria si ricordano solo gli ebrei?


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