mercoledì 18 luglio 2012

Green Hill, ancora

Spero che la Procura della Repubblica abbia dei buoni e validi motivi per il sequestro di Green Hill.
Perché, se ciò non è, sarà responsabile, forse indirettamente, degli operai e del personale del canile che verrà licenziato, o cassaintegrato.
Non mi stupirei, e non credo mi comporterei diversamente, se, passata la buriana giudiziaria, magari con una archiviazione (come già successo, peraltro qualche mese fa), se a questo punto la multinazionale proprietaria decidesse di spostarsi.
Già, perché, in un mondo globalizzato, non è che cambi molto logisticamente, allevare cani in Italia o in Slovenia. O magari in Romania, o in Russia, dove la protesta di Brambilla e soci non può arrivare.
E allora, come per il nucleare, l'importante è che non sia a casa nostra. L'importante è che non vediamo.
Non volete la sperimentazione animale? Bene, rinunciamo alla speranza di un vaccino per l'AIDS e una cura per il cancro. Rinunciamo a nuovi cosmetici, magari più rispettosi per l'ambiente, rinunciamo a farmaci con effetti collaterali minori. Già, perché senza sperimentazione animale nessun farmaco può arrivare alla sperimentazione umana.
Ma la sperimentazione all'estero si farà, e il risultato, ancora una volta, sarà di prendere ricercatori, aziende e know-how e spostarli all'estero. Sarà un altro incentivo alla fuga dei cervelli, delle conoscenze e delle competenze che abbiamo, ma che drammaticamente non sappiamo valorizzare, anzi.

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